
Castello di Rocca Cilento
Il castello di Rocca Cilento risale probabilmente alla fine del secolo IX, quando il gastaldato longobardo della Lucania cominciò a suddividersi in contee e signorie, date in vassallaggio a membri della dinastia salernitana. Questo periodo è segnato dal fenomeno dell’incastellamento causato dalle ondate di invasioni perlopiù ungare e saracene. Il castello diventa proprietà della famiglia Sanseverino alla fine dell’XI secolo e resterà di loro proprietà, pur se fra alterne vicende fino al 1552. Dopo il 1552 il castello passa per molte mani che vi lasciano tracce trasformandolo a seconda delle esigenze del momento (abbassamento delle torri, apertura delle finestre, stucchi negli interni, etc.). Il castello fu usato a scopi difensivi durante i moti giacobini del 1799.
Struttura del castello
Il castello è un complesso a pianta pentagonale allungata in direzione nord-sud, che domina il borgo di Rocca Cilento ad una quota di 635 m sul versante sud-ovest della collina. La struttura attuale è circondata da mura di origine angioina, che presenta torri circolari sul lato sud-ovest. Lo stretto passaggio di ingresso segnato da un brusco cambiamento di direzione era un accorgimento difensivo dell’architettura militare normanna usata per evitare che gli assedianti potessero abbattere il portone con l’ariete. Il complesso difensivo è completato da un fossato che costeggia per un tratto limitato le mura. Il castello si inserisce poi in modo organico con l’abitato di Rocca. Il castello mostra i segni degli interventi fatti in epoca angioina, mentre rari sono quelli apportati in epoca normanna e sveva; comunque molti sono concordi sull’origine longobarda del primo maniero. Nei cortili resta ancora oggi traccia degli accorgimenti usati in epoche anteriori per l’approvvigionamento idrico.
Negli anni sessanta fu acquistato dallo storico Ruggero Moscati (1908-1981) che ne avvertiva il valore di luogo simbolico del Cilento, crocevia delle varie civiltà che si sono succedute nel tempo. Sotto la sua gestione il castello divenne luogo di incontro e ospitalità di studiosi, e sede di convegni di studio. Il rapporto di Moscati con questa sua opera conobbe alterne fortune, in un rapporto connotato da alti e bassi, funestato, come fu, da furti e vandalismi.
Dopo la morte di Moscati, il castello è andato incontro a un degrado: fino a poco tempo fa si presentava piuttosto malridotto con evidenti lesioni in vari punti, come sul tetto e sulle volte. Nel 2018 ha avuto inizio un profondo lavoro di restauro, tuttora in corso, finalizzato a dare nuova vita all’antico maniero.
Oggi è un boutique hotel, oltre che sede di eventi dopo la lunga opera di ristrutturazione. Dal castello si può ammirare tutto il golfo di Salerno da Punta della Campanella fino a Capo Palinuro.